La rinascita creativa di Anna – Da Parigi a Bologna: ricostruire una vita artistica in Italia
Anna ha 38 anni, scenografa e visual artist. Dopo una formazione all’Accademia di Belle Arti di Brera, parte per Parigi con una borsa di studio per collaborare con una compagnia teatrale francese. Doveva rimanere sei mesi, ci resta otto anni.
"A Parigi ho trovato spazio per crescere artisticamente. Ma sentivo che la mia voce si stava adattando troppo a un sistema che non mi apparteneva più."
Lavora come freelance tra teatri, gallerie d’arte e produzioni cinematografiche. Ha successo, ma si sente sempre più distante dalle sue radici artistiche italiane.
Nel 2021 decide di rientrare a Bologna, città che aveva conosciuto solo da turista. Lo fa senza rete, senza un incarico preciso, ma con la consapevolezza che è tempo di ricominciare.
"Non sono tornata per nostalgia. Sono tornata per poter lavorare a modo mio, senza filtri."
Fonda uno studio artistico indipendente che oggi lavora tra installazioni, teatro sperimentale e progetti di arte sociale con le scuole. Collabora con musei e associazioni culturali locali.
"Tornare è stato rischiare tutto, ma per la prima volta ho sentito che il rischio era per me stessa, non per gli altri."
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Anna’s creative rebirth – From Paris to Bologna: rebuilding an artistic life in Italy
Anna, 38, is a set designer and visual artist. After graduating from the Brera Academy of Fine Arts, she moved to Paris on a scholarship to collaborate with a French theatre company. She planned to stay for six months—she stayed for eight years.
"In Paris, I had room to grow artistically. But I felt my voice was adjusting too much to a system that no longer felt mine."
She worked as a freelance artist for theatres, galleries, and film productions. She was successful, but increasingly distant from her Italian artistic roots.
In 2021, she returned to Bologna—until then, just a city she visited as a tourist. She had no job lined up, no guarantees—only the feeling that it was time to begin again.
"I didn’t come back out of nostalgia. I came back to work in my own way, without filters."
She founded an independent art studio now involved in installations, experimental theatre, and social art projects with schools. She collaborates with local museums and cultural groups.
"Coming back meant risking everything—but for the first time, the risk was for me, not for someone else."
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