Case cantoniere (caselli, fari, etc): progetto da sogno, svanito ancora prima di leggere il bando
Concessioni da 6 mesi a 6 anni per immobili che richiedono investimenti ingenti. Una strategia miope che svilisce il potenziale della rigenerazione.
C’è una contraddizione che si ripete puntuale come un orologio rotto. L’Agenzia del Demanio apre bandi per l’uso temporaneo di immobili pubblici “in attesa della riqualificazione definitiva”. Un’occasione, dicono, per ospitare attività civiche, sociali, culturali.
Questa volta in elenco ci sono luoghi iconici: ex conventi, fari, caserme, palazzi storici… e tre caselli/case cantoniere a Cortina d’Ampezzo. Sulla carta un sogno. Nella realtà, una presa in giro.
Il bando infatti prevede concessioni da 6 mesi a 6 anni. Chiunque abbia anche solo dato un’occhiata a questi edifici, sa che si tratta di beni in condizioni pesantissime, bisognosi di lavori da centinaia di migliaia di euro, spesso non compatibili con un orizzonte operativo inferiore a un paio d’anni. Figuriamoci sei mesi. Figuriamoci ammortizzarli senza almeno vent’anni davanti.
Eppure il Demanio insiste: usateli per attività temporanee. In altre parole: rendeteli presentabili a vostre spese, senza alcuna certezza di lungo termine. È come chiedere a qualcuno di ristrutturare una casa sapendo già che tra poco dovrà lasciarla.
Non è sempre stato così. Nel 2016 il progetto “Case Cantoniere” era stato pensato con visione. Allora si parlava di concessioni di decenni, di partenariati pubblico-privato, di un modello che poteva realmente generare valore. Basterebbe recuperare quella logica, e oggi molti di questi beni sarebbero già rinati.
Il problema non è il sogno — quello ce l’hanno in tanti. Il problema è la miopia amministrativa: chiamare “rigenerazione” quello che rischia di restare maquillage temporaneo. Nel frattempo, le case cantoniere restano lì, romantiche e cadenti, a testimoniare un’occasione mancata.
Un giorno, forse, ci sarà un bando serio: per comprare, o almeno prendere in concessione a lungo termine, questi asset che meriterebbero il coraggio di chi è disposto a lanciarsi in una sfida folle. Fino ad allora, i nostri sogni rimangono parcheggiati ai bordi delle strade.
Però ci si sente un po’ presi in giro…
Fatevi un’idea da soli
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Roadside Dreams on Temporary Lease: Italy’s Missed Chance with State Properties
Six-month concessions for buildings that need decades of investment. A bureaucratic short-sightedness that undermines regeneration.
There’s a contradiction that keeps coming back, as punctual as a broken clock. The Italian State Property Agency (Agenzia del Demanio) regularly opens calls for the “temporary use” of public assets, framed as opportunities for civic, social, or cultural projects.
This round includes some stunning sites: former convents, lighthouses, barracks… and three historic roadside houses in Cortina d’Ampezzo. On paper, a dream. In reality, a paradox.
The concession terms? From 6 months to 6 years. Anyone who has seen these buildings knows their state: heavy structural decay, requiring renovation works easily running into hundreds of thousands of euros. No serious intervention could be completed within a couple of years, let alone amortised without a 20-year horizon.
And yet, the Demanio insists: use them temporarily. In practice, this means: make them usable at your own expense, with no certainty beyond a handful of years. It’s like being asked to renovate a house you already know you’ll soon have to leave.
It wasn’t always like this. Back in 2016, the “Case Cantoniere” project had real vision: 20-year concessions, public-private partnerships, a framework that could actually produce long-term value. Had that model been pursued, many of these assets would already be reborn.
The problem isn’t the dream — plenty of people have that. The problem is administrative short-sightedness: calling “regeneration” what in reality risks being no more than cosmetic, temporary dressing. Meanwhile, these iconic properties remain as they are: romantic, decaying, haunting the roadsides.
One day, perhaps, there will be a serious call: to buy, or at least take on a long-term concession, assets that deserve the commitment of those willing to take on a mad, beautiful challenge. Until then, our roadside dreams remain stuck in neutral.