From Brussels to Turin: Daniela’s Conscious Return
Coming back without regret, with purpose and perspective
Da Bruxelles a Torino: il ritorno consapevole di Daniela
Una scelta lucida, costruita nel tempo. Con lo sguardo europeo e i piedi ben piantati in Italia.
Daniela C., 38 anni, ha vissuto per anni a Bruxelles, dove ha lavorato per la Commissione Europea. Un ambiente internazionale, denso di opportunità, nel cuore dell’Europa politica. Lì ha maturato competenze, stretto relazioni professionali e personali, costruito un’identità europea concreta e vissuta. Eppure, qualcosa dentro di lei continuava a spingerla verso casa.
“Non ho mai vissuto l’estero come una fuga, né il rientro come una rinuncia. Ho sempre cercato coerenza tra ciò che ero e ciò che facevo. E a un certo punto, ho capito che volevo tornare.”
Tornare in Italia non è stato un colpo di testa, ma un processo. Daniela ha scelto Torino per ragioni affettive e professionali, cercando un contesto urbano vivo ma meno dispersivo di una capitale. Il rientro, tuttavia, ha richiesto pazienza e adattamento. Dopo anni di efficienza istituzionale belga, ha incontrato burocrazia lenta, relazioni meno strutturate, tempi più lunghi. Ma sapeva a cosa andava incontro.
“Mi ero preparata. Non è facile riabituarsi a una realtà che conoscevi e che nel frattempo è cambiata. Ma ho cercato il mio spazio, senza aspettarmi che fosse già pronto per me.”
Oggi Daniela lavora come consulente nel campo delle politiche pubbliche. Collabora a progetti europei, porta la sua esperienza nelle reti locali e continua a sentirsi parte di un orizzonte più ampio. Il suo rientro non è un ritorno chiuso, ma un nuovo punto d’incontro tra identità diverse.
“L’Italia ha bisogno di persone che rientrano con visione e rispetto. Che sappiano leggere il Paese, senza pretesa di cambiarlo subito. Ma anche senza la paura di provarci.”
From Brussels to Turin: Daniela C.’s Conscious Return
Coming back without regret, with purpose and perspective
Daniela C., 38, spent several years working for the European Commission in Brussels. Surrounded by opportunity and global perspective, she built strong networks and a grounded European identity. Yet over time, something kept drawing her back to Italy.
“I never saw moving abroad as an escape, nor returning as a failure. I’ve always tried to align who I am with what I do. At some point, I realized I wanted to come home.”
Her return to Italy was not impulsive, but intentional. She chose Turin for its balance—urban yet manageable, professional yet personal. Still, the transition required patience. After years of institutional efficiency in Belgium, the slower pace and more rigid dynamics in Italy were a challenge—but not a surprise.
“I prepared myself. It’s not easy to adapt to a place you thought you knew but which has changed. I had to carve out space, not wait for one to be handed to me.”
Today, Daniela works as a consultant in public policy, blending her European expertise with local impact. Her return isn’t about closure—it’s about convergence.
“Italy needs people who return with vision and humility. Who don’t expect to change everything—but aren’t afraid to try.”