Da Parigi al Piemonte? Un rientro in forse
Nicolas A., 40 anni, originario del Piemonte, lavora da anni come Project Manager. Ha lasciato l’Italia nel 2017 per mancanza di opportunità concrete e per stipendi troppo bassi, anche con una laurea in ingegneria. A Parigi, invece, ha trovato un’occupazione ben retribuita e con responsabilità crescenti, fino ad arrivare a gestire progetti di innovazione a livello europeo.
“In Italia non guadagnavo neanche 1.500 euro. A Parigi ho trovato ruoli ben pagati e di responsabilità.”
L’idea di rientrare nel 2024 era reale. Voleva portare con sé la sua esperienza e rientrare con la compagna. Fondamentali, però, erano gli incentivi fiscali, che avrebbero compensato un inevitabile taglio dello stipendio rispetto al livello francese.
“La mia intenzione era tornare nel mio Paese, ma solo se sostenuta da un incentivo che rendesse sostenibile la scelta.”
Il ripensamento del governo sugli incentivi ha però stravolto i suoi piani. Nicolas oggi è incerto: il progetto di rientro rischia di saltare.
“Mi sento tradito. Avevo pianificato tutto in base a quelle condizioni. Così si brucia fiducia, si bruciano rientri.”
Il sentimento verso l’Italia rimane positivo, ma ora è segnato da amarezza. “È il mio Paese, lo amo. Ma le modifiche improvvise al regime fiscale sono una grande delusione.”
Nicolas non chiede privilegi, ma coerenza: “Gli incentivi non costano allo Stato. Portano indotto, competenze, spesa interna. Ma non si può cambiare tutto da un giorno all’altro.”
From Paris to Piedmont? A Plan on Hold
Nicolas A., 40, originally from Piedmont, moved to Paris in 2017 to escape low pay and scarce opportunities in Italy—despite having a degree in engineering. In France, he landed progressively more responsible and well-paid roles, managing EU-level innovation projects.
“In Italy, I couldn’t even earn €1,500 a month. In Paris, I found roles with better pay and real responsibility.”
His plan was to return to Italy in 2024, bringing his expertise and his partner with him. But the financial gap between salaries in France and Italy was too wide—until the repatriation tax incentive made a return feasible.
“Returning was only possible thanks to the incentive. Without it, it just wouldn’t work financially.”
Now, with sudden changes to the policy, everything is at risk. Nicolas is reconsidering.
“I feel betrayed. I built my return on those conditions. This kind of policy shift kills trust—and plans.”
He still loves Italy, but disappointment clouds his view. “It’s my country, I care deeply. But these abrupt policy changes are disheartening.”
His call is not for privilege, but consistency. “These incentives cost the State nothing and bring back spending, skills, and growth. But you can’t just pull the rug overnight.”