From Vienna to Bologna: A Return Anchored in Belonging
Da Vienna a Bologna: un ritorno guidato dal senso di appartenenza
Paolo M., 39 anni – Rientrato da Vienna a Bologna nel 2023
Dopo più di sei anni trascorsi a Vienna, dove lavorava in ambito internazionale nel settore dell’istruzione superiore, Paolo ha deciso di tornare a Bologna, la sua città natale. La motivazione? Una combinazione di vita privata, desiderio di radici e un’opportunità professionale compatibile con le sue competenze.
“Avevo bisogno di tornare in un luogo che sentivo mio. Vienna mi ha dato tanto, ma mancava qualcosa.”
Il rientro è avvenuto nel 2023, dopo che un’università italiana gli ha offerto un ruolo nel settore dell’internazionalizzazione. Un lavoro stimolante, che gli consente di mettere a frutto l’esperienza maturata all’estero. Ma anche di ritrovare il piacere delle relazioni, della lingua, della familiarità.
“Mi mancava l’italiano. Le chiacchiere al bar. La famiglia. La lentezza. La confusione.”
Paolo ha aderito al regime impatriati e lo considera un incentivo utile, ma non determinante. Il suo rientro è stato più esistenziale che economico. E oggi guarda avanti con fiducia, ma anche con un pizzico di vigilanza.
“Non vorrei trovarmi nella situazione di dover ripartire. Ma se il sistema non valorizza il rientro, so di poterlo fare.”
Paolo M., 39 – Returned from Vienna to Bologna in 2023
After more than six years in Vienna, working in the international higher education sector, Paolo returned to Bologna, his hometown. The reasons were a mix of personal life, the need to reconnect with his roots, and a compatible job opportunity.
“I needed to come back to a place that felt like mine. Vienna gave me a lot, but something was missing.”
In 2023, he took a role at an Italian university focusing on internationalization. It was the right professional fit and gave him the chance to reintegrate into a life he had missed: the language, the relationships, the everyday rituals.
“I missed speaking Italian. I missed the small talk at cafés. The family. The chaos. The slowness.”
He accessed the repatriation tax scheme and considers it helpful—but not decisive. His return was more existential than financial. And while he’s hopeful about the future, he keeps a realistic mindset.
“I hope I won’t have to leave again. But if the system doesn’t value returnees, I know I could.”