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Da italiana che vive all’estero da vent’anni e avendo conosciuto diversi Paesi, ciò che mi è sempre mancato è la possibilità reale di scegliere di tornare in Italia.

Gli incentivi proposti non permettono di trapiantare una carriera intera, quando in un altro paese si ha una posizione a partire da middle management, non è una questione di stipendio, ma di rispetto. Rispetto per il percorso, per le competenze, per il professionalismo.

E anche quando si è pronti a scendere a compromessi su questo aspetto personalmente, resta un ostacolo ancora più grande: quando all’estero ci si è costruiti una vita insieme a un partner locale, diventa quasi impossibile promettere condizioni professionali dignitose anche per lui o per lei.

Forse, a qualche anno dalla pensione, o per i giovani che hanno accumulato solo qualche esperienza all’estero, o coppie di italiani nostalgici, il ritorno a queste condizioni può sembrare possibile.

Per tutti gli altri, resta una chimera.

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