When slow stories find their readers.
A small end-of-year note from ITS Journal.
Perfetto. Questo è a nome di ITS Journal, con voce collettiva, discorsiva, zero telegrammi, un filo ironica ma pulita.
As the year wraps up, no awards, no official badges, no ceremonies — just a small moment worth acknowledging.
In the final week of the year, ITS Journal ended up among the most voted Substacks.
Not as a finish line, and definitely not as a trophy — just a quiet signal that the stories we tell are being read, shared, and recognised.
ITS Journal was born to collect journeys: people leaving, returning, arriving, and reshaping places that rarely make headlines. Seeing this kind of response reminds us why we keep doing it.
Thank you to our readers, contributors, and everyone who believes that slow stories still matter.
We’ll carry this energy into the new year — same direction, same curiosity, same stubborn focus on substance.
Chiudiamo l’anno senza premi, senza targhe, senza riconoscimenti ufficiali — ma con una piccola cosa che vale la pena condividere.
Nell’ultima settimana dell’anno, ITS Journal è stata tra le newsletter più votate.
Non un traguardo, e nemmeno una medaglia — piuttosto un segnale silenzioso che le storie che raccontiamo arrivano, circolano, trovano attenzione.
ITS Journal nasce per dare spazio a chi si muove: chi parte, chi torna, chi sceglie di abitare e rigenerare territori spesso fuori dai radar. Questo riscontro ci ricorda perché continuiamo a farlo.
Grazie ai lettori, ai contributor e a chi crede che raccontare con profondità, senza fretta, abbia ancora senso.
Andiamo avanti anche nel nuovo anno, con la stessa direzione, la stessa curiosità e la stessa attenzione alla sostanza.
Se vuoi, al prossimo giro possiamo farne uno ancora più “editoriale” o uno più caldo da social.