Anima Irpina: quando il ritorno a casa diventa un progetto di futuro
Da Gesualdo a Milano e ritorno: con “Anima Irpina” Florenda e Davide trasformano un borgo dell’entroterra campano in uno snodo strategico tra alta velocità, vite nomadi e comunità che non vuole arrendersi allo spopolamento.
In questa sesta puntata di Remote Workers for Remote Villages andiamo in Irpinia, a Gesualdo, con una storia che è allo stesso tempo tipica e radicalmente nuova: quella di Florinda e Davide, coppia nella vita e nell’impresa, che ha deciso di usare competenze “da grande città” per rimettere al centro un borgo di origine.
Florinda è nata a Gesualdo, è andata via a 18 anni per studiare e lavorare a Milano nella comunicazione e nel marketing per grandi aziende. Davide lavora nel mondo real estate e, come racconta lui stesso, vive ogni progetto come se fosse suo. Il cuore, però, è rimasto sempre legato al paese: una comunità piccola ma molto attiva, che nonostante l’emigrazione delle nuove generazioni continua a provare a reinventarsi.
Il cambio di passo arriva qualche anno fa: la stanchezza per la vita cittadina “a performance”, la scelta di Florinda di aprire un percorso imprenditoriale sulla crescita personale, e l’idea di guardare all’Irpinia non solo con nostalgia ma anche con l’occhio freddo di chi sa leggere numeri, infrastrutture, tendenze. Non è solo “torniamo al borgo perché è casa”: è un business plan, una proiezione, una scommessa razionale su un territorio finora rimasto in seconda fila.
Il contesto, infatti, sta cambiando: la nuova linea ad alta velocità Napoli–Bari con fermata “Irpinia” a Grottaminarda (a dieci minuti da Gesualdo), i collegamenti stradali in sviluppo verso la Costiera Amalfitana, quattro aeroporti raggiungibili in circa un’ora e mezza (Napoli, Salerno, Bari, Foggia). Un territorio interno che, da qui al 2028, rischia di diventare improvvisamente accessibile – non solo per chi ha l’auto, ma per flussi di turisti, lavoratori temporanei, professionisti in transito.
A questo si aggiunge un patrimonio “hard” e “soft” non banale: vini come l’Aglianico, il Fiano, la Falanghina, il Greco di Tufo; un tessuto agroalimentare importante; e una storia culturale forte, con il castello e la figura di Carlo Gesualdo, principe e musicista che ha lasciato in eredità madrigali, racconti e un immaginario che oggi torna a generare festival, produzioni artistiche, attenzione internazionale. Non a caso, una comunità di emigrati in Australia è rientrata come investitore prendendo in gestione il castello.
Dentro questo quadro nasce Anima Irpina: prima con piccoli investimenti immobiliari, poi con il recupero di una cantina abbandonata trasformata in spazio multifunzionale. Non l’ennesimo B&B, ma un luogo ibrido: coworking, eventi, incontri per chi vive a Gesualdo e per chi arriva per qualche giorno, settimane o mesi di lavoro. Un pezzo di infrastruttura sociale prima ancora che turistica.
La puntata mette bene a fuoco un trend che vediamo in molte aree interne: i famigerati “affitti brevi” sono spesso il primo interruttore che riaccende un borgo; poi arrivano le esigenze di permanenze più lunghe (3–6 mesi), i lavoratori legati a cantieri e infrastrutture, i professionisti che testano la vita in un luogo meno costoso e più umano. E, in parallelo, iniziano i rientri: giovani architetti, informatici, economisti cresciuti tra Milano, Londra, Stati Uniti, che provano a ricostruirsi una carriera da remoto o ibrida ripartendo da casa.
Non è un percorso lineare: restano resistenze sociali, case lasciate chiuse “perché sono i ricordi”, diffidenza verso tutto ciò che appare diverso. Ma come raccontano Florinda e Davide, quando un’idea funziona e porta persone, lavoro, nuove energie, anche lo scetticismo comincia lentamente a spostarsi verso la curiosità.
La lezione di questo episodio è duplice: da un lato, che i borghi non si rigenerano con un’unica “vocazione” (solo turismo, solo nomadi digitali, solo seconde case), ma con un ecosistema di iniziative che si parlano e si sostengono, un po’ come è successo nelle Langhe o in Franciacorta con i consorzi; dall’altro, che il ritorno non è un gesto romantico, ma una decisione complessa in cui contano tanto le infrastrutture quanto la capacità di cambiare sguardo sulla propria terra.
Se vi occupate di aree interne, di remote work o di nuovi modi di abitare l’Italia, questa è una storia da ascoltare fino in fondo: perché mostra, in concreto, cosa succede quando “lontano dai centri, vicino al futuro” smette di essere uno slogan e diventa una scelta di vita.
Anima Irpina: turning a “remote” village into a strategic hub
From Gesualdo to Milan and back: with “Anima Irpina”, Florinda and Davide use big-city skills and local roots to redesign a small Irpinia village around remote work, mid-term stays and a community that refuses to disappear.
In this sixth episode of Remote Workers for Remote Villages we travel to Irpinia, to the medieval village of Gesualdo, with a story that is both familiar and surprisingly new: Florinda and Davide, partners in life and in business, choosing to put their hometown at the centre of their future.
Florinda was born in Gesualdo and left at 18 to study and work in Milan in communication and marketing for major companies. Davide works in real estate and naturally treats every project as if it were his own. Their hearts, however, stayed in the village: a small but active community, hit by decades of out-migration but still willing to reinvent itself.
The turning point came a few years ago: fatigue with high-performance city life, Florinda’s decision to start her own business in personal growth, and a new way of looking at Irpinia. Not just nostalgia, but the analytical eye of people who understand infrastructure, numbers, trends. This is not a romantic “let’s go back to the village” move; it’s a business plan, a projection, a rational bet on a territory that has long been kept in the shadows.
The context is changing fast. The new Naples–Bari high-speed rail line with an “Irpinia” stop in Grottaminarda (ten minutes from Gesualdo), new road links towards the Amalfi Coast, and four airports within roughly 90 minutes (Naples, Salerno, Bari, Foggia) are about to turn an “internal area” into an accessible node for tourists, temporary workers and professionals in transit.
On top of that, the area has serious “hard” and “soft” assets: renowned wines such as Aglianico, Fiano, Falanghina, Greco di Tufo; a strong agri-food industry; and a powerful cultural layer around Carlo Gesualdo, the castle, madrigals and sacred music that still attracts artists and audiences. An Australian community of former emigrants has even come back as an investor, taking over the management of the castle to relaunch events and international promotion.
Within this framework, Anima Irpina takes shape: first through small-scale property investments, then through the recovery of an abandoned cellar turned into a multifunctional space. Not just another B&B, but a hybrid place for coworking, events and gatherings for locals and visitors staying for days, weeks or months. A piece of social infrastructure before being a tourist facility.
The episode clearly shows a broader pattern we see in many Italian “remote villages”: short-term rentals are often the first switch that brings lights back on; then mid-term stays (3–6 months) appear, workers arrive for large infrastructure projects, professionals test a different lifestyle in a more affordable, human-scale environment. In parallel, returns begin: architects, developers, economists who studied and worked between Milan, London and the US decide to rebuild their careers remotely or in hybrid mode, starting again from home.
Of course, it’s not linear. There is still social resistance, empty houses kept closed “for sentimental reasons”, suspicion towards anything new. But, as Florenda and Davide note, once an idea starts working and brings people, work and new energy, skepticism slowly turns into curiosity.
The key takeaway of this episode is twofold: first, villages don’t regenerate through a single magic label (only tourism, only digital nomads, only second homes), but thanks to an ecosystem of initiatives that cooperate, very much like the consortia that built the Langa or Franciacorta brands. Second, “return” is not a naïve move: it is a complex decision where infrastructure matters as much as the ability to look at your own land with different eyes.
If you care about rural Italy, remote work or new ways of living and working in smaller places, this is an episode worth listening to until the end – because it shows what happens when “far from the centres, close to the future” stops being a slogan and becomes an actual life plan.
Info and Links
Anima Irpina – Progetto e attività
Sito web Anima Irpina – Home Holidays & Event Space
https://animairpina.com
Castello di Gesualdo
https://www.castellodigesualdo.com
Visita Gesualdo – Pro Loco
https://www.visitagesualdo.it
Comune di Gesualdo – Homepage
https://www.comune.gesualdo.av.it
Gemellaggio culturale con Princeton University
https://sistemairpinia.provincia.avellino.it/princeton
Irpini per l’Irpinia
https://www.irpiniperlirpinia.it
Irpinia Escapes
https://www.irpiniaescapes.com
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